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di SIMONE MERCURIO

Tolo Tolo spartiacque della carriera di Zalone/Medici

Per i pochi che ancora non hanno visto #ToloTolo il film di Checco Zalone al secolo Luca Medici, un solo consiglio: andatelo a vedere.




Un lungometraggio coraggioso, da un comico, un autore che poteva tranquillamente bypassare una tematica divisiva in questo momento come quello dell'immigrazione. E invece, con la complicità del co-sceneggiatore Paolo Virzì e della produzione di Pietro Valsecchi, sceglie scientemente di affrontarla. A modo suo. Se la clip "Immigrato" che anticipava il lungometraggio aveva suscitato polemiche e perplessità tra i progressisisti e aveva fatto esultare Salvini e i sovranisti che avevano reclutato Zalone nella loro squadra, col film Checco dimostra che la sua "squadra" semmai ce ne fosse una, è semmai quella di chi affronta col cuor e col cervello certe tematiche anzichè con pulsioni intestine e "attacchi di fascismo" che - come si dice nel film- "sono come infenzioni, come la candida" - "c'è una cura?" chiede il piccolo protagonista del film a un personaggio? "L'unica cura al fascismo è l'amore" risponde. Qui di seguito un video-cartoon GENIALE estratto dal film (CHE NON E' UN CARTONE ANIMATO).



Un lavoro cinematografico che indubbiamente porta Zalone su un livello autorale più alto rispetto ai precedenti film. Il nuovo Sordi? Qualcuno ha detto. Tolo Tolo è un film che si muove tra Risi e Monicelli, con il personaggio di Zalone che è il classico cafone arcitaliano già visto con l'Albertone nazionale.



Ma se Sordi era un attore e una persona "politically correct" molto doroteo nelle sue dichiarazioni personali, private e nella sua capacità autorale, Zalone/Medici si dimostra invece un autore finemente progressista, un intellettuale. E questo film può essere uno spartiacque della sua carriera. Da Zelig a Woody Allen in fondo il passo può essere breve.

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