Sei racconti, numerosi personaggi, fatti realistici e storie d’amore ambientate in diversi luoghi. Questo è il contenuto del volumetto dal titolo A voce bassa, dell’autore Franco Roselli, edito da Ensemble.
C’è l’anziana signora spagnola che ha deciso di morire e cerca di organizzare al meglio le sue ultime faccende, illudendosi che la vita possa farle decidere ogni dettaglio.
C’è la vicenda divertente della chiesa che sta per essere restaurata e, per scegliere cosa rappresentare nella vetrata dietro l’altare, viene creato un comitato di cittadini che voterà il da farsi. Andando contro il volere comune, un uomo di origini ebraiche propone di lasciare del semplice vetro trasparente in modo che si possa vedere l’esterno, suggerendo che Dio è proprio nel creato, in tutto ciò che ci circonda. Riuscirà a convincere il resto del paese?
Ci sono storie di speranza, storie di crudeltà, storie che fanno riflettere.
Ci sono preconcetti da superare ed altrettanti esempi positivi da considerare.
C’è anche la musica, perché ogni episodio è introdotto da un verso di Charles Aznavour (a cui l’autore si è ispirato già dal titolo), come se fosse la colonna sonora, la degna cornice di un delizioso quadretto che è ogni storia narrata.
C’è proprio tutto in questo libro, scritto in modo chiaro e semplice quasi come se questo fosse l’unico modo di affrontare la vita: la semplicità, l’accettazione di ciò che accade senza tuttavia rassegnarsi al peggio, senza cedere all’egoismo diffuso che, talvolta, sembrerebbe la strada più facile.
Chissà se c’era un messaggio per noi, in questo ultimo libro di Franco Roselli, che ci ha lasciato prematuramente qualche anno fa.
Lui, che è stato sceneggiatore, regista, autore - tra l’altro - del celebre programma Blob e ha vissuto un’esistenza piena, tra Roma e gli Stati Uniti, ne aveva viste davvero tante. E mai si fermava, mai si stancava di essere ciò che era: un impavido ottimista.
A voce bassa è una lettura piacevole e accattivante, prima di tutto perché ci riempie di emozioni. Ed è, al contempo, originale perché crea un delicato equilibrio tra le vicende reali ed un tocco di magia, come un soffio impalpabile di speranza che si diffonde ogni qualvolta l’inevitabile cattiveria umana faccia la sua apparizione.
È una narrazione che ben descrive la fragilità umana e, nonostante ciò, sembra suggerire al lettore di tenere duro, di non cedere alla disperazione, di appassionarsi alla vita, così come lo era lui, instancabile nella scrittura, nel desiderio di viaggiare, di conoscere, di raccontare.
E questo libro, che il destino ha voluto uscisse postumo, è proprio il miglior testamento ed incoraggiamento che Franco Roselli possa averci lasciato.
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